Il dialogo tra cattolici ed ebrei ha già compiuto parecchi passi ma altri esige ancora di compierne
Quella che si celebrerà sarà la giornata numero 34. Il dialogo tra cattolici ed ebrei ha già compiuto parecchi passi ma altri esige ancora di compierne. Nel solco della definizione che Giovanni Paolo II diede degli ebrei chiamandoli "i nostri fratelli maggiori" e della fecondità di incontro portata avanti da altri alti esponenti della Chiesa, uno per tutti l'ex arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini.
In vista dell'appuntamento di martedì 17 gennaio, spiega la Cei, "l'Ufficio Nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso ha preparato il sussidio dal titolo "Consolate, consolate il mio popolo", uno strumento pensato per le comunità cristiane (parrocchie, scuole, gruppi, associazioni, movimenti, comunità, istituti religiosi, circoli culturali, federazioni) che ha l'obiettivo di avviare e sostenere, nei differenti contesti, processi di dialogo con le realtà ebraiche e di riscoperta delle radici ebraiche della e nella fede cristiana".
Il sussidio, contenente i messaggi della Commissione Episcopale per l'Ecumenismo e il Dialogo e dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia, "offre spunti di riflessione sul brano di Isaia con alcune indicazioni per la celebrazione della Parola e le intenzioni di preghiera". Il testo ricorda i testimoni del dialogo Agostino Bea ed Elio Toaff e annovera anche una sezione con materiali concernenti il Museo nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, le sinagoghe italiane e la musica klezmer. (Cri.Com.)